Il meccanisco che porta alla formazione di un temporale è il sollevamento di aria molto umida e calda dal suolo fino a quote comprese tra gli 800-1500 metri, dove il raffreddamento per espansione dell’aria in ascesa determina la condensazione del vapor acqueo in piccolissime particelle d’acqua.
Il calore liberato nella fase di condensazione fornisce la spinta necessaria ai moti ascensionali di guadagnare ulteriore quota, spingendosi in alcuni casi, con la sommità della nube, fino alla tropopausa (12.000 m nelle nostre latitudini e fino a 20.000 m in quelle equatoriali).

Alla base il cumulonembo rimane piatto e scuro, delineando la quota di condensazione dell’aria. Mentre il suo sviluppo verticale è formato dalla presenza di forti moti convettivi ascendenti (venti che salgono verso l’alto fino a 100km/h); i quali creano violente turbolenze e portano l’elevazione della nube a quote molto alte.
In caso di maturazione del cumulonembo (Cumulonimbus capillatus) l’estremità può raggiungere, come già accennato, la Tropopausa. Il segno della sua maturazione è visibile dalla presenza dell’incudine sulla sommità di esso!

Quando la quantità di particelle d’acqua e gradine diventano più pesanti rispetto alla capacità di spinta verso l’alto delle correnti ascensionali avviene l’inversione di tendenza. Di conseguenza le correnti discensionali formatesi, scaricano al suolo rovesci abbondanti di pioggia o in alcuni casi violenti (con possibilità di grandine di piccola o grossa dimensione) accompagnati da raffiche di vento. Nei temporali più violenti queste raffiche di vento (correnti discensionali impattanti al suolo) possono risultare distruttivi. In questo caso il fenomeno prende il nome di “downburst”.
Fenomeno molto suggestivo ed amato dai meteo appassionati è la schelf cloud, una formazione nuvolosa che si forma dal sollevamento “forzato” di masse d’aria più calde preesistenti al suolo, le quali risalendo condensano, dando vita ad essa. Rimane leggermente distaccata dalla formazione temporalesca perché sospinta dall’outflow (vento freddo e molto sostenuto in propagazione a terra).
Ma i temporali possono avere origini diverse:
- di calore (come nel caso appena descritto)
- frontali (dovuti all’arrivo di fronte freddi che scalzano verso l’alto l’aria calda preesistente)
- orografici (grazie ai rilievi che fanno da trampolino di lancio verso l’alto all’aria calda presente nei bassi strati)
Andrea Gheller e Alessandro Sbriglia
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