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Non è solo il lockdown per ragioni sanitarie che ci sta mettendo a dura prova: ciò che sta caratterizzando questo periodo è anche un lockdown meteorologico.
Cosa sta succedendo?
Siamo in autunno, e per quanto possano piacerci giornate caratterizzate dal sole e dalla mitezza, queste non rappresentano questo periodo dell’anno. Il dinamismo, esso sia proveniente dall’Atlantico o da depressioni mediterranee efficaci, sta latitando e al momento è “rinchiuso” da figure altopressorie dominanti, soprattutto in estensione spaziale e temporale.
Tutto questo quadro di staticità è dovuto al rafforzamento del vortice polare, sia a livello troposferico che stratosferico. Una velocità di rotazione sostenuta e un progressivo raffreddamento ai piani alti induce il VP a rimanere compatto, e assieme ad esso anche le oscillazioni del Jet Stream sono ridotte, limitate giusto appena alle lande americane e asiatiche, dove i vincoli geo-orografici sono scarsi.
Una situazione del genere è traducibile in giornate miti, a tratti molto miti su diverse aree del nostro paese, e un prolungato periodo siccitoso proprio in corrispondenza di uno dei mesi più umidi per il nostro paese. A pagarne le conseguenze, soprattutto i versanti orientali, che versano in una condizione di siccità vera e propria, con mancanza di risorse idriche come fosse il periodo estivo.
Un altro aspetto poco salutare riguarda la qualità dell’aria: le nebbie, facilitate nella formazione dal campo di alta pressione, formano una cappa dove la dispersione degli inquinanti è difficoltosa. A farne le spese, soprattutto le aree pianeggianti, ovvero la Pianura Padana e Veneta, le valli del Centro e del Sud.
Come potremmo uscirne?
Un riassetto stratosferico al momento viene visto come un’ipotesi di difficile attuazione in tempi brevi, e ciò che potrebbe accadere andrebbe a riguardare movimenti troposferici. Saranno dunque delle ricollocazioni delle aree di alta pressione a poter dare qualche accenno di sblocco nello scenario europeo, nonostante un indice NAM in progressiva fase positiva (eventuali effetti si percepirebbero successivamente).
Cosa dobbiamo aspettarci?
Un lento indebolimento dell’alta pressione, per il momento nulla di brusco. Anche se i segnali di uno stop, più o meno temporaneo, sembrano profilarsi all’orizzonte.
Nelle prossime ore (giornata di domani) sulle regioni settentrionali assisteremo ancora alla presenza di nubi medio/basse e locali banchi di nebbia lungo la Pianura Padana e l’area Ligure. Su quest’ultima si attendono deboli precipitazioni, a tratte moderate. Sulle regioni tirreniche centrali e sulla Sardegna, lungo le aree costiere, si profilerà il rischio di qualche precipitazione, a carattere di rovesci di debole o al massimo moderata intensità. Più sole sulle restanti regioni centro-meridionali e sulla Sicilia, dove però non mancheranno nebbie nelle ore notturne nelle zone vallive, e dove non sarà remota la possibilità di isolati rovesci nelle zone interne peninsulari.
Nella giornata di domenica graduale aumento della nuvolosità da ovest, con precipitazioni deboli/moderate possibili al Nord-Ovest, Toscana, Emilia, Sardegna. Sulle restanti regioni centrali e meridionali soleggiato con disturbi pomeridiani possibili nelle aree interne, sotto forma di rovesci.
La prossima settimana esordirebbe con l’approfondirsi di un’area depressionaria di passaggio da Ovest verso Est. Ne conseguirà una giornata di Lunedì instabile dapprima su Arco Alpino, Nord Est, Emilia Romagna, Toscana e Sardegna con piogge da sparse a diffuse. Successivamente fenomeni in trasferimento sulle regioni centro-meridionali e sulla Sicilia con la possibilità anche di temporali. Tra le giornate di Martedì e Mercoledì ripristino delle condizioni.
Nunzio Larosa