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Non tutti gli anticicloni hanno fame d’inverno*

by Andrea Gheller


Fabio Fioramonti,
Buonasera e buon inizio settimana, avvicinandoci al periodo natalizio sale dentro di noi quell’irrefrenabile voglia di neve che rende ancor più “magici” i contesti allestiti nelle nostre città, ma bisogna tenere in considerazione dei fattori concatenanti affinché questa possa divenire realtà e far la sua comparsa nelle località di pianura alle nostre latitudini.
Come illustrato nella supposizione di ieri per le regioni del Nord Italia a partire dalla giornata odierna si apre una fase atmosferica votata alla stabilità grazie all’espansione dell’anticiclone delle Azzorre verso i settori centrali europei, per stabilità atmosferica nel periodo invernale non si allude solo ed esclusivamente a giornate caratterizzate dall’ampio soleggiamento e temperature “miti”, va considerato che dopo un mese di Novembre condizionato da fasi di maltempo a più riprese, per qualcuno una fase protratta di assenza di nuvole e piogge può essere una vera e propria “boccata d’ossigeno” a livello “morale”, mentre per altri può sembrare un segnale di un inverno simile a quello degli anni passati spesso e volentieri contraddistinti da fasi anticicloniche persistenti e latenza precipitativa quasi da record, ma a nostro giudizio questa fase di stabilità atmosferica risulta di fondamentale importanza per il proseguio stagionale. Vediamo i perché:
Per assistere alle classiche nevicate d’addolcimento o sovrascorrimento sulle località padane serve innanzitutto il freddo, quello vero, “ingrediente” che fino ad oggi è mancato sull’intera penisola e sull’Europa centrale nonostante le fasi di maltempo a più riprese del mese di Novembre che non hanno contribuito ad un raffreddamento vero e proprio, ma queste hanno consentito notevoli apporti nevosi oltre i 1500m lungo i versanti italiani delle Alpi ,un dettaglio non trascurabile in fase di transizione stagionale soprattutto a livello di “prospettiva” proprio in concomitanza con la fase anticiclonica attesa in questi giorni.
La settimana entrante oltre a proporre un ampio soleggiamento sul settore alpino e zone limitrofe, in regime di alta pressione vanno considerate soprattutto le inversioni termiche che agiranno sulle pianure del Nord (freddo che si riverserà nei bassi strati dai piani alti dell’atmosfera) le quali consentiranno le prime estese brinate nelle ore notturne e primo mattino nelle aree rurali di lontane dai centri urbani, ove inoltre sussiste anche la possibilità di formazioni nebbiose di tipo persistente (anche nelle ore diurne) favorite dai terreni ormai “saturi” di pioggia caduta finora, non sarà utopia registrare temperature minime ben al di sotto dello zero nelle località padane e massime che difficilmente supereranno i 10 gradi nelle ore centrali del giorno. Data la conformazione geografica della pianura padana possiamo definire questa fase atmosferica il primo “tassello” di formazione del cosiddetto “cuscino freddo padano” favorito anche dalle minor ore di luce solare in questo periodo dell’anno, si tratta di un processo termodinamico di raffreddamento del catino padano indotto proprio dalle inversioni termiche che caratterizzano fasi anticicloniche come quella attesa e che si rivelerà di fondamentale importanza per la strutturazione di questo nei bassi strati , ovviamente bisogna tenere in considerazione il rovescio della medaglia e quindi le temperature che alle quote di montagna saranno decisamente “miti” per la stagione, destabilizzando così il manto nevoso accumulatosi ed esponendo le località montane ad un rischio elevato di pericolo valanghe.
La fase di “stallo” atmosferica dettata dall’espansione anticiclonica sul Mediterraneo non sembra destinata a protrarsi oltre il giorno 8, come mostrato in figura 3 spunta dalla modellistica a “medio termine” una nuova ondulazione del flusso perturbato Nord Atlantico alimentato da aria più fredda di estrazione artico marittima la quale sembra aver tutte le intenzioni di coinvolgere in maniera diretta gli stati dell’Europa centrale, per poi evolvere verso la nostra penisola con risvolti tutti da valutare nel corso dei prossimi giorni, appare superfluo fornire dettagli in merito dato il “range” temporale che ci separa dall’evento, ma il mese di Dicembre sembra voler mostrare il suo volto più dinamico e a tratti anche freddo come non succedeva da anni.
In allegato:
Fig 1 Sinottica elaborata dal modello americano #Gfs in merito all’espansione dell’anticiclone delle Azzorre in sede Europea nel corso della settimana.
Fig 2 Spaghi meteo illustrati su media previsionale #Ensemble relativi al piano isobarico 850hpa del paese dalla quale scrivo (pedemontana comasca)
Fig 3 Ipotesi perturbata valida per il 9 Dicembre elaborata dal modello europeo #Ecmwf ( da confermare nei prossimi giorni)
Fig 4 Fase perturbata a carattere freddo proposta dal modello americano #Gfs valida a partire dal 12 Dicembre (da confermare).

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Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

Fig. 4

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