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Neve ad Atene: evento di portata storica
La fenomenologia nevosa che ha interessato la capitale greca nel corso della giornata di ieri ha assunto i connotati di un evento di portata storica.
il tutto è da ricondurre alla discesa di una massa di aria fredda originariamente di origine artico marittima e parzialmente continentalizzata con isoterme pari a -10 a 850 hpa.
Si tratta di aria prevalentemente secca che di norma non apporta precipitazioni ma in questo caso il fenomeno è dovuto ad un incastro veramente particolare.
l’aria fredda pilotata molto ad est dall’anticiclone delle Azzorre che si è spinto verso nord est, ha scavato un minimo depressionario sull’Egeo meridionale con un richiamo non solo di venti di grecale ma anche di venti meridionali che non hanno fatto altro che scorrere su un apporto freddo continentale. l’evento è stato notevole per la posizione della bassa pressione e per il lento spostamento verso est. la posizione esatta poco a sud del Pireo ha fatto si che quartieri ad est della città sulla costa (vedi Glyfada) abbiano ricevuto apporti maggiori, dell’ordine di 40/50 centimetri, rispetto a quartieri come Omonia che si trovano ad ovest della città e quindi meno interessati dal richiamo umido. A piazza Syntagma ad esempio si sono toccati fino a 15 centimetri di neve fresca valore notevole per una città che si trova alle nostre latitudini.
Notevole la lieve imbiancata sul Pireo e gli accumuli che hanno raggiunto l’isola di Creta fin sul mare
il nord della Grecia, tipo Salonicco, non ha ricevuto precipitazioni trovandosi in ombra pluviometrica a causa della catena dei monti Rodopi che ha fatto risultare il freddo gelido ma secco. Se la saccatura avesse avuto un’asse più occidentale la bassa pressione si sarebbe formata sullo Ionio/ basso Tirreno e anche la Sicilia sarebbe stata interessata da nevicate notevoli. la bassa pressione a quel punto si sarebbe spostata sul nord dell’Egeo e avrebbero ricevuto cumulati abbondanti anche i settori nord della Penisola ellenica che, come accade sempre più spesso in Italia, rimangono all’asciutto
Andrea Agrò