Tra incertezze modellistiche che ancora aleggiano nell’aria, ecco la cronaca dell’ultima ondata di freddo al Centro-Sud, che ha di fatto chiuso il 2019, e in particolare il mese di Dicembre, tra i più caldi di sempre.
.Il 2019 si è chiuso con la prima seria parvenza fredda di questo inverno, interessando essenzialmente le regioni centro-meridionali. Una circolazione secondaria, retrogradante da Est verso i Balcani, si è infatti fermata a due passi dal nostro paese e questo ha condizionato gli ultimi giorni di Dicembre. Le zone maggiormente coinvolte sono state tutte quelle esposte alle correnti dapprima da Nord, ruotate poi ad Est. Questa fase fredda si è divisa principalmente in due momenti. Il primo, tra il 28 e il 29 Dicembre, ha visto il primo ingresso di aria continentale, affluita grazie al richiamo da parte di un minimo in area turca. La seconda fase, tra la sera di domenica 29 e lunedì 30, ha visto una lieve quanto, per alcuni punti, importante reiterazione del freddo, in quota e al suolo.
Inizio pirotecnico ma non troppo
Durante il primo ingresso, le correnti fredde e secche da Nord hanno acceso micce “temporalesche” su Adriatico e Ionio, che hanno permesso il verificarsi di grandinate di piccola taglia e gragnolate anche abbondanti a quote basse.

La neve in montagna ed alta collina ha stentato ad accumulare bene a causa di fenomeni intermittenti. Inoltre, durante questo periodo ha preso piede la formazione di trenini di cumuli mediocri e congesti solo lungo l’Adriatico, con l’attivazione dunque dell’effetto ASE (Adriatic Snow Effect) senza però che le precipitazioni nevose scendessero fino in costa. Durante il secondo ingresso, l’aria ulteriormente fredda ha permesso la formazione di trenini sia sullo Ionio che sul Basso Tirreno, con meccanismo fac-simile all’ASE. E’ in questo frangente di tempo che lo stau, su tutti i rilievi esposti, ha preso piede e ha permesso alle cumulate nevose di raggiungere uno spessore discreto, a tratti buono.
Apre in maniera cauta l’Adriatico
La regione che ha visto le prime nevicate è stata l’Abruzzo. Dapprima fin sotto i 1000 metri, nel corso della giornata di sabato è rapidamente calata la quota neve fino alla bassa collina. Imbiancata l’Aquila, seppur con modesti 1-2 cm. Nel giro di poche ore i primi fenomeni significativi hanno cominciato ad interessare anche il Molise, e l’Appennino Dauno-Sannita, assieme al Gargano. Anche qui quota neve calata velocemente nel corso di sabato, con rovesci di graupel lungo coste e zone pianeggianti e neve, sporadica, sopra i 400 m.




In Basilicata le prime zone a vedere nevicate sono state quelle del Potentino orientale e del Materano, con fioccate sulla “Città dei Sassi” durante la mattinata di sabato. Qualche ora dopo è stato il turno di Potenza.




Prime sorprese bianche tra Puglia e Calabria
In Calabria i primissimi fenomeni , deboli, hanno interessato Pollino e Aspromonte nelle prime ore di Sabato. In Sicilia invece si è iniziato dai Nebrodi e Peloritani: in entrambi i casi, quota neve iniziale di bassa montagna. Non sono mancate le sorprese: è il caso di Lecce, che ha visto una leggera imbiancata venerdì mattina. Nel crotonese, interessato in serata da forti temporali, i fenomeni sono stati accompagnati da forti grandinate e primi rovesci di neve sulle colline del cirotano, così come su Sila Greca ed orientale.




Un inaspettato rinvigorimento dello Stau
Nella prima parte di domenica 29 c’è stata una situazione di sostanziale stallo, ad eccezione del crotonese. Qui, da una situazione bloccata per una convergenza formatasi lungo la costa, ha cominciato lo stau, gradualmente, a prendere piede. Eccezion fatta per il versante tirrenico messinese, interessato durante tutto il giorno da graupelate a quote basse e nevicate dalle quote collinari, in serata ha ripreso vigore lo stau su tutti i versanti orientali, con particolare intensità su Sila e Pollino. Lunedì mattina località come Albidona (CS) e Savelli (KR) avranno rispettivamente sui 30 e 50 cm di neve fresca. Olte il metro sopra i 1300 metri. Sale a 10/15 cm il potentino centrale, zona ben presa in Basilicata, così come sopra i 700 metri lungo i Nebrodi. L’evento chiude con una nevicata sopra i 300 metri in Sicilia meridionale, nella serata di lunedì, che ha visto Ragusa imbiancarsi.








Una replica non cosi scontata
E nei prossimi giorni? Sarà possibile replicare quanto accaduto nel precedente fine settimana? I modelli matematici propendono per una situazione facsimile, molto probabilmente però con pochissime precipitazioni, relegate al basso Tirreno nella giornata di domenica, e alle aree soggette a stau, rivolte verso Nord. Seguiranno in ogni caso aggiornamenti, vista la notevole incertezza che ancora aleggia tra i modelli.