Come si forma una supercella?
La cellula temporalesca è formata da un cumulonembo caratterizzato da due tipi di correnti: una corrente ascensionale (corrente calda: updraft) e una discendente (corrente fredda: downdraft).

La struttura temporalesca può evolversi in una supercellula, ossia una sola grande cellula autoalimentata, capace di generare fenomeni violenti e a volte distruttivi. Questo tipo di fenomeno meteorologico risulta il più potente ed affascinante esistente in natura.
Alcuni dei fattori determinati per il suo sviluppo sono :
- wind shear (variazione della velocità e direzione del vento in quota);
- intenso gradiente termo-igrometrico (variazione della temperatura ed umidità nella colonna d’aria);
- presenza di aria particolarmente umida e mite al suolo e ingresso di aria secca e fresca in quota.
Inoltre la caratteristica che differenzia questa struttura da tutte le altre formazione temporalesche (squall line, sistemi unicellulari e multicellulari,..) è la presenza di un mesociclone ovvero una rotazione, in senso antiorario, della corrente ascendente denominata “updraft”, la quale autoalimenta il sistema favorendo la convezione e viceversa.
Questo tipo di temporali si osservano spesso in America del nord (nelle vaste pianure) e nel sud-est asiatico ma sono frequenti anche in Italia. Rispetto ad un semplice temporale la supercella ha una struttura più estesa, ben organizzata e duratura (anche alcune ore); può essere accompagnata da forti grandinate (chicchi di ghiaccio con diametro variabile dai 5 cm a oltre i 10 cm), ingenti quantitativi di pioggia accumulate in poche ore (nei casi più estremi si sono raggiunti picchi di 200 mm) e da raffiche di vento intense che possono arrecare gravi danni (facilmente si possono registrare velocità intorno ai 100 km/h fino ai casi più estremi oltre i 200-250 km/h sotto forma di downburst).
In alcuni casi proprio da queste supercelle possono nascere i tornado o trombe d’aria; tra tutti i vortici atmosferici questi sono a più alta densità energetica o potenza sprigionata, e anche nell’area mediterranea rappresentano il fenomeno più violento verificabile sia pure con frequenza non elevata. I tornado possono percorrere centinaia di chilometri e generare venti anche fino a 500 km/h.
Come riconoscere una supercella
Dando uno sguardo da satellite, le supercelle si possono differenziare dai semplici temporali sia per la grande estensione territoriale sia per la forma tonda della formazione nuvolosa, oltre alla presenza del “overshooting top” ossia lo sfondamento dell’incudine e dello strato di inversione termica in tropopausa da parte della forte corrente ascensionale. Inoltre, osservando gli scatti radar, potrebbe notarsi l’eco ad uncino ovvero un’area in cui le precipitazioni e le correnti tendono a convergere nel mesociclone, situato nella parte inferiore della struttura, luogo dove potrebbe formarsi un tornado.


Andrea Gheller e Alessandro Sbriglia
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