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Borsa del pastore
La borsa del pastore (Capsella bursa-pastoris) è una pianta erbacea spontanea biennale oppure annuale. Appartiene alla famiglia delle Brassicaceae o Crucifere.
L’epiteto scientifico è legato alla forma delle silique di questa pianta, che ricordano proprio le antiche bisacce di pelle che venivano utilizzate dai pastori.

Distribuzione e habitat
La borsa del pastore è una specie originaria dell’area mediterranea, oggi diffusa un po’ in tutto il mondo, attualmente sembrerebbe mancare solo in Polinesia.
Questa specie è diffusa in tutta la regione mediterranea, risultando spesso anche infestante. È poco esigente nei riguardi del tipo di terreno e vegeta dal livello del mare sino alla media collina, in ambienti a dominanza calcarea.
Dato il vasto areale di distribuzione si può presentare con una grande varietà di forme, queste strettamente correlate alle condizioni climatiche e al substrato.
Descrizione botanica
- Portamento : pianta erbacea annuale o biennale, alta da 10 a 40 cm , con fusto eretto semplice o con qualche ramificazione in alto, sempre ricoperto da peli stellati.
- Foglie : le foglie basali sono intere o pennatopartite, a contorno spatolato, disposte a rosetta che si appressa al substrato. Le foglie presenti nel fusto sono invece piccole e slargate. Tutte di colore verde chiaro.
- Fiori : i fiori sono piccoli, riuniti in racemi allungati senza foglie, di colore bianco sporco. Nel caso di pianta biennale i petali risultano rosei.
- Frutti : i frutti sono delle siliquette a forma di cuneo rovesciato, con stilo persistente, inserite su un peduncolo ben evidente durante la maturazione. Nel caso di pianta biennale i frutti risultato arrossati.


Utilizzi
La borsa del pastore, grazie ai suoi numerosi principi attivi, rientra nella lista delle specie officinali. È particolarmente apprezzata per le sue proprietà antiemorragiche, per risolvere disturbi intestinali, per essere ricca di Sali minerali ed oligoelementi e per le elevate concentrazioni di vitamina A e vitamina C.
Spesso utilizzata per realizzare dei decotti per alleviare i dolori mestruali o per realizzare delle polveri o dei cataplasmi da applicare su piaghe e ferite.
Curiosità
- Il suo sapore è molto simile a quello del cavolo.
- In Inghilterra questa specie è nota come “farmacia dei poveri” , per le sue molteplici proprietà curative.
- I bambini la chiamano volgarmente pianta dei cuoricini, per la forma delle giovani silique.
- È una specie edibile. In Sicilia è comune utilizzarla per preparare delle frittate.

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Rosa canina
La rosa canina ( Rosa canina L.) è una arbusto spontaneo e perenne appartenente alla famiglia delle Rosaceae.
Secondo la storia il nome sembrerebbe derivare dall’uso che se ne faceva nell’antichità: la Rosa canina infatti era considerata uno specifico rimedio contro i morsi dei cani affetti da rabbia.
Questa specie è spesso nota anche come rosa selvatica o come rosa di macchia, ed è la progenitrice delle varietà di rose coltivate.

Distribuzione e habitat
La rosa canina possiede un areale molto vasto. È presente in Nord Africa, Europa ,Asia occidentale e centrale, Nord America, Australia e Nuova Zelanda. È presente in tutte le regioni italiane.
È una specie eliofila e termofila che vegeta fino a 1.500 m di quota, dal livello del mare al piano montano-subalpino. La si rinviene nelle radure, al margine di boschi, nelle boscaglie degradate, nei prati, pascoli e campi . È considerata una specie pioniera.
Descrizione botanica
- Portamento : arbusto cespuglioso e spinoso che può raggiungere i 3 m di altezza. I rami sono pendenti, cosparsi di robuste e grosse spine, piegate o uncinate, per lo più con base ingrossata, di colore marrone-grigiastro. I rami secondari sono verdi e portano anch’esse grosse spine. Presenta profonde radici. In ambiente aperto si presenta come un arbusto tondeggiante con ampia ramificazione; negli arbusteti, invece, è poco ramificato e tende ad arrampicarsi sugli arbusti circostanti.
- Foglie : le foglie sono imparipennate (5-7 foglioline), caduche, di colore verde intenso e di forma ovato-ellittica, appuntite, generalmente glabre o lievemente pubescenti sul rachide e dentellate ai margini. Alla base presentano stipole lanceolate.
- Fiori : fiori possono essere solitari o in gruppi di 2-3, posti su peduncoli glabri. Presentano 5 sepali caduchi e 5 petali bianchi o rosati. I sepali sono concrescenti e formano un ricettacolo simile a una coppa chiusa che contiene molti ovari. Al centro della corolla sono presenti numerosi stami. La fioritura avviene a maggio-luglio.
- Frutti : la rosa canina produce dei falsi frutti noti come cinorrodi. Questi sono ellissoidi o sferici, carnosi e glabri, solitamente portati da peduncoli lunghi 10-20 mm, di colore rosso vivo a maturità. Maturano in autunno. Al loro interno sono contenuti molti acheni giallastri o arancioni, che di fatto sono l’effettivo frutto della rosa canina.

Utilizzi
I frutti di rosa canina sono molto apprezzati e utilizzati:
- in medicina come integratore alimentare in quanto ricco di vitamina C.
- in cosmesi per realizzare maschere e profumi.
- in cucina per la preparazione di conserve, marmellate e liquori.
- Per la formazione di siepi difensive.
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Lupino bianco
Il lupino bianco (Lupinus albus) è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Fabaceae.
Questa specie veniva coltivata già nell’antichità da Egizi e Greci.
Conosciamola insieme!
Distribuzione e habitat
Il lupino bianco è una specie originaria del bacino mediterraneo. Oggi , grazie alla sua grandissima adattabilità anche ad ambienti magri, è una specie molto diffusa e coltivata.
Le regioni italiane dove il lupino ha la maggior diffusione sono Calabria, Lazio, Puglia e Campania.
Vegeta dal livello del mare fino ai 1000 metri di quota. Tollera molto bene la siccità e predilige i terreni acidi (pH < 7).
Teme fortemente i ristagni idrici e gli ambienti troppo freddi.
Descrizione botanica
- Portamento : pianta erbacea annuale con portamento eretto, poco ramificata, pubescente, alta fino 1,5m.
- Foglie : le foglie sono alterne, palmato-digitate, cioè composte da un lungo picciolo alla sommità del quale sono inserite 5-9 foglioline intere ovate-lanceolate glabre sopra, bianco-sericei sotto; il margine è intero, cigliato.
- Fiori : i fiori sono bianchi-panna e sono riuniti in infiorescenze a racemo apicali
- Frutti : il frutto è un legume (lunghi circa 8cm) all’interno della quale troviamo dei semi leggermente piatti color bianco-giallastro, ovvero i famosi lupini edibili.
- Apparato radicale : l’apparato radicale è robusto e fittonante.

Utilizzi
Il lupino bianco produce dei legumi che se sottoposti a cottura (la cottura è necessaria per eliminare una tossina la cui ingestione può rivelarsi nociva per l’essere umano) diventano commestibili. Questi legumi, noti semplicemente come lupini, hanno ottime proprietà nutrizionali e sono facilmente digeribili. Particolarmente apprezzati nelle diete vegetariane e vegane per l’elevato contenuto di proteine.
Molto apprezzata anche come specie ornamentale e come specie miglioratrice dei terreni (capacità di rivitalizzare i terreni e di preparare il terreno per altre colture, in particolare i cereali. Questa straordinaria pianta ha la particolarità di estrarre il fosforo dal terreno e di catturare l’azoto dall’aria).
Molto utilizzato anche per l’alimentazione zootecnica.
Dai Lupini si ricava anche un olio che viene utilizzato quasi esclusivamente per la lavorazione del sapone e dall’industria cosmetica.
Simbologia
Ai fiori di lupino è legato il significato simbolico di ingiustizia e tristezza, questo a causa del sapore amaro e sgradevole che i semi di lupino hanno se mangiati crudi.

Curiosità
- Plinio osservò che le foglie di queste piante hanno la proprietà di seguire il corso del sole spostandosi lentamente sul proprio asse, tanto da costituire una specie di «orologio» vegetale.
- I lupini furono impiegati durante la seconda guerra mondiale come succedaneo del caffè.
- I lupini possono essere consumati anche dai celiaci perché non formano glutine.
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Dactylorhiza maculata
La Dactylorhiza maculata è una pianta erbacea spontanea appartenente alla famiglia delle Orchidaceae.
Questa specie è comunemente nota come Concordia o come Erba d’Adamo.
Il nome del genere è formato da due parole greche: “Dactylos” e “Rhiza” che significano “dito e radice” con chiaro riferimento alla forma dei tuberi di queste piante.
Distribuzione e habitat
La Dactylorhiza maculata è una delle orchidee più comuni in Europa. È presente in tutta Italia fatta eccezione per la Sardegna.
Vegeta spontaneamente fino ai 2400 metri di quota.
La si rinviene prevalentemente nelle zone collinari, nei boschi freschi di latifoglie, nei prati umidi e nei bordi dei ruscelli. Predilige infatti suoli freschi e calcarei con pH neutro.
Descrizione botanica

- Portamento : pianta erbacea perenne con fusto eretto, cilindrico, slanciato e flessuoso che raggiunge i 50-70 cm di altezza.
- Foglie : le foglie sono ovalo-lanceolate e leggermente ripiegate verso l’alto, si dispongono in modo alterno. Nella parte basale sono di dimensioni maggiori. Risultano fittamente maculate nella pagina superiore.
- Fiori : i fiori sono riuniti in delle dense infiorescenze a spiga. Ogni infiorescenza può contare fino a 50 fiori di 10-15mm ciascuno. I fiori sono caratterizzati da strisce, macchie e archi porporini, soprattutto nel labbro inferiore.I sepali esterni laterali sono eretti, rivolti all’infuori, di colore maculato. Il labello è profondamente trilobo, più largo che lungo edecorato con particolari disegni con linee e puntini violacei, di color bianco roseo con striature e macchie più scure, con lobo mediano stretto e allungato. Lo sperone cilindrico è curvato verso il basso. Il colore varia dal rosa chiaro fino al porpora e fucsia-violetto. Fiorisce da Maggio a Luglio. I fiori sono ermafroditi.
- Frutti : il frutto è una capsula.
- Apparato radicale : le radici sono fascicolate e secondarie a due rizotuberi profondamente palmati e divisi.

Utilizzi
È una specie prevalentemente ornamentale , ma si dice che in passato, con i tuberi della Dactylorhiza maculata, veniva prodotta una farina molto nutriente che veniva poi utilizzata per svezzare i neonati.
Simbologia
Fin dall’antichità alle orchidee veniva attribuito un significato afrodisiaco. In particolare la Dactylorhiza maculata veniva impiegata ai fini di legamenti d’amore, ed è proprio da questo che deriva il soprannome di Concordia.
Inoltre le radici di questa orchidea sono legate ad una antica credenza popolare, per cui le giovani ragazze cercavano di capire, attraverso la forma delle radici, che ricordano delle dita, se il loro amato le avrebbe o no corrisposte.

Curiosità
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Giglio martagone
Il giglio martagone (Lilium martagon) è una pianta bulbosa spontanea appartenente alla famiglia delle Liliaceae.
Questa specie è volgarmente nota come “riccio di dama” o come “cappello di turco”, questo per la particolare forma del suo fiore. Il nome specifico “martagon” sembrerebbe tra l’altro derivare dal turco “martagān“, che significa proprio turbante.
Distribuzione e habitat
Il giglio martagone è originario delle zone temperate dell’Eurasia. È presente in quasi tutta la penisola italiana , fatta eccezione per Puglia, Basilicata e Calabria. Particolarmente presente nell’arco alpino e appenninico italiano.
Cresce spontaneo dai 300 ai 2000 metri di quota. Vegeta nelle radure dei boschi, sui prati, nei pendii e sui pascoli montani prediligendo ambienti freschi e suoli calcarei e poco acidi.
Descrizione botanica

- Portamento : si presenta come una pianta erbacea con fusto eretto e robusto che si sviluppa in altezza dai 40 ai 150 cm. Questo è leggermente macchiati di violetto scuro.
- Foglie : le foglie sono di forma ellittica- lanceolata , lunghe fino a 15 cm, con terminazione a punta. Le foglie disposte alla base del fusto sono poche ma lunghe, mentre quelle che si trovano in posizione mediana sono raggruppate in verticilli che contano fino a 10 elementi. Quelle disposte nella parta superiore invece sono più piccoline.
- Fiori : i fiori sono molto appariscenti. Possono raggiungere fino ai 5 cm di diametro e sono raccolti in un lasso racemo terminale con portamento pendulo. Assumono una forma decisamente caratteristica perché i tepali (di numero 6), screziati in toni più scuri, si incurvano all’indietro fino quasi a toccare lo stelo. Sono talmente incurvati da far assumere alla struttura una forma quasi globosa. Sono di color rosa con puntinature color porpora. Presentano dei grandi stami pendenti verso il basso di color rosso intenso. Fiorisce in estate.
- Frutti : i frutti sono delle capsule.

Utilizzi
- Il giglio martagone viene perlopiù coltivato a scopo ornamentale.
- La pianta è tossica , ma la radice bulbosa possiede numerose proprietà officinali (espettoranti, emollienti, diuretiche, cardiotoniche) e spesso viene usata in erboristeria.
Simbologia
Si pensava che il giglio martagone fosse una pianta sacra al dio della guerra Marte, e proprio per questo veniva utilizzato dai soldati in battaglia come amuleto.
Curiosità
- Il giglio martagone è una specie protetta. È vietata la raccolta.
- Ha un odore forte e poco gradevole.
- La sua presenza è minacciata dai cinghiali, che amano nutrirsi dei suoi bulbi.
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Distribuzione e habitat
L’agnocasto è originario del Mediterraneo e dell’Asia centrale.
Vegeta in quasi tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, preferibilmente in luoghi umidi e selvaggi, nel letto di torrenti o argini di fiumi, o in prossimità dei litorali. Preferisce infatti i climi temperati, adattandosi a qualsiasi tipo di suolo purché non secco. Teme le forti gelate e l’ombra permanente.
In Italia lo si trova spesso lungo gli argini dei fiumi e nei luoghi abbastanza umidi.
Descrizione botanica
- Portamento : si presenta come un grande arbusto o piccolo albero a foglia caduca abbastanza con chioma allargata e frondosa. Può raggiungere i 5-6 metri di altezza. Ha fusti sottili, flessibili, ben ramificati, spesso con portamento assurgente. La corteccia è bruna e si desquama longitudinalmente. I rami giovani sono pubescenti.
- Foglie : le foglie sono dotate di picciolo piuttosto lungo, le foglie sono divise in 5 segmenti lanceolato-lineari, a disposizione apparentemente palmata (con il segmento centrale più lungo), sono di colore verde scuro. Sono rugose e nella pagine inferiore presentano una densa peluria. Il fogliame è molto aromatico. La lamina è lunga circa 10 cm.
- Fiori : i fiori sono riuniti in infiorescenze terminali a spiga lunghe 13-18 cm, queste hanno portamento eretto. Queste portano dei piccoli fiorellini tubulari di colore lilla – viola, sono profumati.
- Frutti : i frutti sono dalle piccole drupe nere di circa 4-5 mm,molto simili a quelle del pepe. Hanno una consistenza coriacea e presentano un sapore pungente.

Utilizzi
L’agnocasto è una pianta officinale. Vengono utilizzati esclusivamente i frutti e i semi di questa pianta.
Ha proprietà:
- Lenitive
- Rilassanti
- Ormonali (capacità di influenzare i livelli di diversi ormoni che controllano il ciclo riproduttivo femminile).
Spesso utilizzato anche come specie ornamentale.
Simbologia
L’agnocasto per molto tempo è stato noto come “Albero della castità“, per le proprietà anafrodisiache che le venivano attribuite. Infatti nell’antica Grecia le sacerdotesse che avevano fatto voto di castità lo utilizzavano nei loro rituali, così come nell’antica Roma le Vestali ne portavano un ramoscello come simbolo di castità; Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia scrive che veniva messo sui letti delle donne ateniesi per garantire la loro fedeltà quando i mariti andavano in guerra, e nel Medioevo i monaci usavano la tintura dei semi freschi per dominare gli impulsi sessuali (da cui il nome “Pepe dei monaci“).
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Iperico
L’iperico (Hypericum perforatum) è una pianta erbacea officinale appartenente alla famiglia delle Hypericaceae.
Questa specie è più comunemente nota come Erba di San Giovanni, epiteto legato alla fioritura che è massima verso il 24 giugno (ricorrenza di San Giovanni).

Distribuzione e habitat
L’iperico è tipico delle zone temperate dell’Eurasia. È presente in tutta Italia e vegeta spontaneamente dal livello del mare fino alla fascia montana.
Questa pianta predilige gli ambienti ruderali, i terreni asciutti e le zone soleggiate o semi ombreggiate. Resiste bene ai climi mediamente freddi.
Spesso lo si rinviene lungo i margini delle strade, ai bordi dei campi, nei pascoli aridi, nei prati …
Descrizione botanica
- Portamento : si presenta come una pianta erbacea perenne alta fino ad 20-80cm , con numerosi fusti eretti e ramificanti nella parte superiore. La parte superiore dei rami è erbacea mentre quella inferiore è più legnosa.
- Foglie : le foglie sono piccole, opposte ed ellittiche, prive di stipole e di picciolo, disseminate di minuscole ghiandole trasparenti che in controluce sembrano forellini (da qui l’epiteto perforatum). Sono di color verde brillante nella pagina superiore e verde più pallido in quella inferiore.
- Fiori : i fiori sono gialli e sono riuniti in corimbi ramificati che si trovano all’apice della pianta; i petali sono 5 e sono di forma ovale. Questi portano sul bordo dei peli secretori di colore rosso scuro. La fioritura avviene a Giugno-Luglio.
- Frutti : i frutti sono delle capsule ovali che si aprono a maturità e liberano semi di colore bruno.

Utilizzi
L’iperico è una pianta officinale. Da esso viene ricavato l’olio essenziale contenuto in delle ghiandole poste su fiori e foglie. L’olio essenziale di iperico è di colore rosso vivo e ha numerose, nonché notevoli, proprietà. Tra queste:
- antidepressive
- ansiolitiche e sedative
- antispastiche
- cicatrizzanti
- antivirali
- digestive
- astringenti
- antipruriginose
- elasticizzanti
Simbologia
La pianta di Iperico , oltre ad essere nota come Erba di San Giovanni, è anche molto nota come Scacciadiavoli. Secondo la tradizione popolare questa è la pianta per eccellenza utilizzata per purificare, esorcizzare e bandire le nefaste influenze e gli spiriti maligni. Durante il Medioevo si sfruttavano queste qualità sia appendendo un mazzetto di fiori davanti a porte e finestre, che bruciando o portando con sé alcune piantine.
Ippocrate e Dioscoride sostenevano che il suo nome significasse “al di sopra”, ovvero immune alle apparizioni demoniache e alla magia nera.
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Sambuco
Il sambuco comune (Sambucus nigra) è un grosso arbusto a foglia caduca appartenente alla famiglia delle Viburnaceae.
(Un tempo questa specie rientrava nella famiglia delle Caprifoliaceae).

Il nome sambuco deriva dalla parola greca sambike, che significa flauto. In antichità infatti il suo legno veniva impiegato per la realizzazione di questo strumento musicale.
Distribuzione e habitat
Il sambuco è una specie a larga distribuzione eurasiatica ed è frequente pressoché in tutta Italia.
Questo arbusto cresce spontaneo dal piano collinare fino alla montagna. È comune nelle siepi di pianura, negli incolti, nelle fasce boscate vicino ai fiumi e nei boschi collinari e montani. Solitamente non supera i 1400-1500 metri di quota.
Colonizza i terreni fertili, ricchi di humus e predilige posizioni di ombra e penombra. Necessita di terreni freschi, sempre adeguatamente riforniti di acqua, e ricchi di sostanza organica, non necessariamente profondi, dato che l’apparato radicale è piuttosto superficiale.
Di rado viene coltivato.
Descrizione botanica
- Portamento : il Sambuco è un grosso arbusto a foglia caduca, più raramente un alberetto, con chioma densa, espansa e globosa. Presenta un fusto eretto, molto ramificato, e sinuoso. La corteccia ha una scorza bruno-grigiastra, rugosa e solcata in senso verticale. Il midollo centrale è molto abbondante, bianco e spugnoso. Solitamente non supera i 7 metri di altezza. Poco longevo.
- Foglie : Le foglie sono caduche, composte, opposte, imparipennate con 5-7 foglioline di forma ovata o ovata lanceolata (1,5 x 3-4 cm), non intere, regolarmente dentellate, con picciolo evidente. Di colore verde brillante scuro.
- Fiori : i fiori sono molto piccoli a forma di stella, con 5 petali, 5 stami e un pistillo, raccolti numerosissimi in infiorescenze ad ombrella di color bianco panna. Sbocciano nella tarda primavera e all’inizio dell’estate.
- Frutti : il frutto è una piccola drupa carnosa (0,6 cm), rotondeggiante, nera-violacea a maturità. I frutti sono raccolti in mazzetti penduli che completano la maturazione a settembre-ottobre, persistenti a lungo sulla pianta, decorativi e molto apprezzati dall’avifauna, che contribuisce in tal modo alla diffusione del seme in natura.

Utilizzi
Ogni parte della pianta, eccetto le foglie che posseggono un tipico odore sgradevole e sono velenose, trovano un utilizzo in erboristeria e per usi comuni.
Simbologia
Al sambuco in passato si attribuivano poteri magici, contro i demoni e le streghe. I druidi e gli antichi Celti infatti gli riconoscevano il potere di allontanare il male.
Secondo il mito, i suoi rami vennero usati per costruire bacchette in grado di allontanare i demoni.
Curiosità
- Si dice che se si pianta un sambuco presso le finestre di casa, le mosche ne verranno attratte e non entreranno all’interno.
- Le piante soggette a ruggine o muffa traggono vantaggio se vengono spruzzate con una tisana realizzata con le foglie di sambuco.

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Leccio
Il Leccio (Quercus ilex) è una specie arborea sempreverde appartenente alla famiglia delle Fagaceae.
È una specie tipica della macchia mediterranea.

Distribuzione e habitat
Il leccio ha un areale che comprende tutto il bacino del Mediterraneo, mancando solo in Egitto.
In Italia è diffuso soprattutto nelle isole e lungo le coste liguri, tirreniche e ioniche. In Italia vi sono boschi puri anche di notevoli dimensioni.
Il leccio è tipico degli ambienti mediterranei. È una specie poco esigente, in grado di sopportare condizioni di siccità prolungate e si adatta a tutti i substrati geologici, tranne quelli troppo compatti ed argillosi o umidi. Vegeta dal livello del mare fino a 1.000 metri nelle zone montane.
Descrizione botanica
- Portamento : Il leccio si presenta generalmente come un albero sempreverde con fusto poco dritto, singolo o diviso alla base, di altezza fino a 20-25 metri. Può assumere aspetto cespuglioso qualora cresca in ambienti rupestri. La corteccia è liscia e grigia da giovane, col tempo diventa dura e scura quasi nerastra, finemente screpolata in piccole placche persistenti di forma quasi quadrata. I giovani rami dell’anno sono pubescenti e grigi, ma dopo poco tempo diventano glabri e grigio- verdastri. La chioma ha una forma densa e circolare.
- Foglie : Le foglie sono semplici, di forma ovale o ellittica e con margini lisci o dentati, la base è cuneata o arrotondata. La pagina superiore è verde scuro e lucida, la inferiore grigiastra e marcatamente tomentosa. Sono lunghe 3–8 cm, e larghe 1-3,5 cm. Le foglie restano sulla pianta 2-3 anni. Il picciolo è breve e peloso. Sono coriacee.
- Fiori : Il leccio è una specie monoica (porta fiori maschili e fiori femminili sullo stesso esemplare). I fiori maschili sono riuniti in amenti penduli (5-7 cm), cilindrici e pubescenti e sono portati alla base dei rami dell’anno. I fiori femminili sono in spighe peduncolate composte da 6- 7 fiori. La fioritura avviene nella tarda primavera, da aprile a giugno. Sono di colore giallo tenue.
- Frutti : il frutto è un achenio, noto come ghianda. Le ghiande sono portate singole o in gruppi di 2-5, su un peduncolo lungo circa 10–15 mm. Le dimensioni variano da 1,5 a 3 cm di lunghezza. Queste sono coperte per un terzo o metà della loro lunghezza da una cupola provvista di squame ben distinte, con punte libere ma non divergenti. Maturano nello stesso anno della fioritura, in autunno.
- Apparato radicale : robusto e fittonante.

Utilizzi
- Il leccio, essendo una specie sempreverde di notevole resistenza, viene impiegato nella realizzazione di siepi sia a scopo ornamentale sia a scopo di frangivento.
- Viene coltivato per la produzione di legno (considerato un ottimo combustibile).
Simbologia
Il leccio viene considerato l’albero per eccellenza e proprio per questo diversi popoli l’hanno venerato e considerato sacro:
- Per i Celti era l’albero del mondo.
- I Druidi avevano costruito i loro altari e tribunali con il legno di leccio.
- Ancora presso i Celti, sotto il leccio i viandanti trovavano oasi e frescura nel loro vagare e così assunse il simbolismo della “OSPITALITA”.
- Abramo, primo patriarca del popolo ebreo, apprendeva le rivelazioni di Dio accanto ad una leccio.
- La clava di Ercole, eroe della mitologia greca, si dice fosse fatta con il suo legno, e per questo ha assunto il simbolo “POTENZA” e della “SOLIDITA”.
Curiosità
Le ghiande del leccio sono le più dolci di tutte le querce, per questo motivo, nella tradizione contadina, le ghiande del leccio venivano utilizzate per la produzione di farina impiegata per la preparazione di pane e dolci.
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